Ghosting, sparisco come un fantasma…

Sarà forse capitato anche a voi di vivere una relazione o sentirvi con una persona pensando che vada tutto bene, poi però, di punto in bianco, sparisce. Così, senza darvi nessuna spiegazione.

Da un giorno all’altro non si sa più niente di quella persona, sembra sparita nel nulla. Non risponde ai nostri messaggi, alle telefonate, non riceviamo risposta nemmeno sui social network.

Si tratta del Ghosting.

Il termine deriva dalla parola anglosassone “ghost” che vuol dire fantasma, e sta ad indicare proprio questa dinamica in cui la persona sembra sparire come un fantasma.

Che cosa è il ghosting esattamente?

Il ghosting consiste nel porre fine ad una relazione, che nella maggior parte dei casi è di coppia, ma può essere anche di amicizia, di lavoro o terapeutica, in modo silenzioso e unilaterale. Si passa da un rapporto quotidiano a un taglio netto senza apparente motivo.

Inizialmente la persona ghostata rimane confusa e non capisce cosa stia succedendo, può rimuginare sull’accaduto cercando di trovare una spiegazione per interpretare questa improvvisa assenza. Si cade poi nella consapevolezza di essere stati lasciati, “cancellati”. A questo punto possono emergere molti vissuti dolorosi e spesso ci si colpevolizza cercando nel proprio comportamento e modo di fare la responsabilità della fuga dell’altra persona. Emergono sofferenza, sentimenti di tristezza, colpa, rabbia e frustrazione.

Chi esperisce il ghosting subisce una profonda ferita ai principali bisogni umani di accudimento, autostima e appartenenza. Una separazione di questo tipo fa così male da essere paragonata a un dolore fisico. Lasciare le cose in sospeso non ci consente di mettere un punto e voltare pagina. La mancanza di un punto rende il ghosting difficile da accettare perché manca il confronto, il chiarimento, una risposta ai dubbi che sorgono.

Chi sono questi fantasmi?

Il rapporto con le figure di riferimento durante l’infanzia è determinante per le relazioni future che si instaureranno una volta adulti. Spesso le persone che ricorrono al ghosting mostrano un attaccamento di tipo evitante e possono quindi aver vissuto un’infanzia in cui le principali figure di riferimento mettevano in atto meccanismi di noncuranza e abbandono, non si mostravano reperibili fisicamente o emotivamente nei principali momenti di bisogno dei figli.

Si forma così una personalità carente in termini di gestione emotiva con difficoltà ad instaurare relazioni profonde, significative e durature e che tende ad evitare intimità e confronto. La fuga è quindi un riproporre il comportamento evitante sperimentato e subito in passato all’interno delle relazioni di cura.

Alcuni studi sembrano dimostrare che la persona che mette in atto dinamiche di ghosting mostri la “triade oscura della personalità” ossia tratti di narcisismo, machiavellismo e psicopatia. Il narcisismo viene associato a sentimenti di egoismo e superiorità, il machiavellismo alla tendenza alla manipolazione mentre la psicopatia a bassa empatia, mancanza di rimorso e impulsività.  Questo non significa che tutti quelli che chiudono una relazione senza farsi più sentire siano degli “psicopatici” ma piuttosto che queste persone hanno tratti più accentuati di narcisismo, machiavellismo e psicopatia.

La scelta di sparire viene spesso presa quando il legame diventa troppo intenso e potrebbe essere quindi un modo per liberarsi del “fardello emotivo” in modo facile e veloce. Queste persone non sanno gestire l’emotività perché nessuna figura di riferimento, durante l’infanzia, ha dato loro la possibilità di sperimentarsi in questo campo. È infatti più facile scomparire che affrontare qualcuno.

Un fenomeno in crescita

La dinamica del Ghosting è sempre esistita ma negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato, complice la tecnologia e il consumismo. Oggi infatti si è alla ricerca del rinforzo immediato, le cose cambiano velocemente e i nostri interessi con esse. Ciò che non ci piace viene buttato, scartato, per volgere lo sguardo subito verso altro di apparentemente più interessante, che farà la stessa triste fine.

La tecnologia ci permette di rimanere sempre a contatto con gli altri e in molti casi ci ha semplificato la vita,  c’è anche però il rovescio della medaglia: rende la comunicazione e le relazioni meno autentiche e empatiche, ci consente di eliminare persone virtualmente e chiudere relazioni con  molta più facilità

Immagino che anche tu avrai pensato che sarebbe più semplice cancellare alcune persone dalla nostra vita come facciamo su Instagram o Facebook.

Il mio partner è sparito, ora che faccio?

Elaborare il ghosting può non essere così semplice. È necessario accettare le nostre emozioni e vivere il dolore del momento cercando di non voler a tutti i costi trovare una spiegazione o rimuginare sull’accaduto, magari criticandoci. Possiamo parlare di questa brutta esperienza con le persone che riteniamo amiche o con figure per noi importanti, questo ci farà sentire meno soli. Parlarne ci aiuta a elaborare meglio quello che è successo.

Quando il dolore del ghosting rimane più del dovuto, quando le conseguenze di questa separazione pesano negativamente sugli ambiti principali della vita come lavoro o studio, famiglia e relazioni è possibile rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Durante la terapia si imparerà a gestire le emozioni spiacevoli e i pensieri disfunzionali come per esempio pensare di avere tutta la colpa o essere un/a fallito/a; si indagheranno specifiche dinamiche relazionali e comportamentali, si lavorerà sull’autostima in un percorso ad hoc.

Finiamo con il dire che anche chi attua il ghosting potrebbe trovare benefici in un percorso di psicoterapia per apprendere come stare in relazione con l’altro, come stare a contatto con le emozioni proprie ed altrui e imparare a gestirle evitando di utilizzare come unica risposta la fuga.